Da sempre considerato l’ambiente principale della casa, anticamente era il fulcro della dimora
La cucina per molti è esclusivamente l’insieme dei mobili che ne definiscono la funzione, ma si sa, in cucina non si prepara solo il pranzo, si fa molto, molto di più, scopriamo come darle carattere e riconoscerle una dignità più alta

Parliamo di cucina, anzi di cucine: ma sappiamo veramente cos’è la cucina? In senso stretto è il mobile atto a cucinare i cibi; ovviamente in epoca preistorica o pre-ellenica un’ambiente che si possa definire tale non era stato concepito, parliamo di focolari, di bracieri più o meno sviluppati, di aree adibite alla conservazione e cottura dei cibi, infatti anticamente la cucina era esclusivamente lo spazio adibito a questo appunto, alla cottura ed alla conservazione dei cibi. In epoca classica, con l’avvento dell’evoluzione architettonica dei greci e dei romani, si inizia a dare più importanza alla cucina e nascono delle stanze apposite, dove non si consuma il cibo, ma si lavora e si conserva.

Bisogna attendere la prima metà del ‘900 per vedere evolversi il concetto di cucina da ambiente funzionale a spazio vivibile di più ampio respiro.

La cucina è bianca con le ante azzurro pastello e alcuni elementi in acciaio, il tavolo al centro della stanza è in legno come le sedie la cui seduta è in stoffa e in pelle

LA CUCINA MODERNA COME SPAZIO NUOVO DELLA CASA

Perché si parla di cucina moderna? Perché appunto negli anni ’60 si è avuta un’evoluzione del concetto di cucina. Con il primo modello componibile CUCINA E5 sono state poste le basi per la composizione modulare, tale cucina fu sviluppata dal designer Marco Zanuso, il quale seguendo l’evoluzione dell’ambiente domestico, seppe cogliere l’esigenza di rivalutare gli spazi in una chiave più moderna, appunto.

A cavallo tra gli anni ’60 e ’70 infatti gli ambienti ben distinti e delineati dell’architettura dei primi del ‘900 iniziavano ad essere troppo rigidi per le esigenze di una società che mutava in fretta. Il concetto di open space infatti iniziava a farsi largo prepotentemente, da qui l’accorpamento di ambienti diversi, come la sala da pranzo e la cucina appunto.

Così, dall’estro di un designer italiano che incontra le esigenze di una società in fermento, nasce la cucina moderna.

Cucina anni '60 caratterizzata da colori accesi come verde rosso e giallo

CUCINA O CUCINE ^

Abbiamo detto che il concetto di cucina moderna si sviluppa intorno agli anni ’60 con il primo modello modulare. Da qui gli spazi delimitati si aprono a contaminazioni interessanti: ecco nascere i loft, gli open space che includono sala da pranzo, cucina e salotto. Gli anditi, gli ingressi non esistono più, anzi vengono percepiti come spazi inutilizzabili e quindi da abolire.

Ma se gli spazi cambiano ed anche la percezione degli stessi, cosa accade all’arredamento?

Tutto viene fagocitato dal fermento creativo postbellico che invade il mondo intero, o quasi. Nascono mode, stili, il concetto stesso di spazio cambia, una visione più ampia e incline alle esigenze della collettività prende piede, ma finalmente si respira un’aria diversa, non è più necessario uniformarsi, anzi distinguersi è necessario, per trovare la propria identità.

E cosa accade nell’arredamento? Il fermento creativo è un’onda inarrestabile, con una comunicazione più veloce dettata dalle nuove tecnologie e la voglia di collaborazione tra le nazioni, il confronto e la diffusione di nuove mode e stili è inevitabile, basti pensare alle fiere internazionali e a come un’idea poteva viaggiare velocemente attraverso il mondo.

Questo ha influito in modo marcato sull’idea stessa di cucina, la quale si evolve da ambiente funzionale a nuovo spazio, con criteri, connotazioni che possono variare in base alle esigenze ed al gusto di chi la abita. La cosa interessante è che da quel momento nulla è cambiato, anzi si sono aggiunti elementi grazie alla ricerca ed al mutare delle mode.

Quindi cucina o cucine? Cucine ovviamente, ma andiamo a vedere cosa connota una cucina cosa definisce lo stile di una cucina, come si può dare un’identità alla cucina o su quali aspetti si può agire.

Cucina moderna con isola laccata bianca e top colonne incassate in legno

I RIVESTIMENTI DELLE CUCINE ^

I rivestimenti sono il primo elemento che deve essere preso in considerazione per definire l’arredamento o lo stile di un ambiente. Per quanto riguarda l’arredamento di alcuni spazi, per rivestimento non si intende solo quello murario, quindi pareti e pavimenti, ma anche il materiale che rivestirà o comporrà parti dei mobili che verranno utilizzati in quello spazio.

Con le strutture modulari, tale concetto è diventato sempre più importante, se pensiamo nello specifico alle cucine, i mobili contenitore avranno una forma standard con misure definite entro un ventaglio anch’esso definito, anche nei fuori misura si adatta al massimo un modulo soltanto. Allora cosa definisce una cucina?

Il materiale di rivestimento delle pareti, del pavimento e soprattutto delle ante! Si, sono le ante che definiscono lo stile ed anche il top, che in fin dei conti è sempre rivestimento. Quindi superfici murarie e superfici dei mobili.

PAVIMENTI E PARETI, INFLUENZANO PIÙ DI QUANTO PENSI ^

Partiamo dalle pareti. Qualsiasi ambiente subisce un’influenza molto forte dallo stile delle pareti, sempre che queste siano decisamente definite, altrimenti si cade nell’idea di elemento passepartout, cioè di una configurazione tale da poter essere utilizzata in contesti diversi, senza che ci siano problemi di contrasto o stridore.

Che tipologie di pareti non creano conflitti:

  • tinte unite;
  • materiali omogenei ed uniformi;
  • carte da parati con motivi inesistenti o molto leggeri;
  • malte cementizie con diversi livelli di grana, ma sempre con colori uniformi;
  • mattonelle monocrome o con dimensioni strettamente funzionali.

Ma allora che rivestimento può dare un’identità alla cucina? Tutti ciò che volutamente si espone. Pensate ad esempio a delle mattonelle bianche con fughe nere, stile metropolitana di New York o Londra, quindi siamo in un “industrial anni ’50“, oppure un bianco latte senza nessuna discrepanza, magari ottenuto con degli smalti, potremmo utilizzarla per un “minimal design” o per una “cucina moderna standard”, se volessimo invece un rivestimento “provenzale” o “shabby chic” dovremmo optare per un rivestimento ad acrilico slavato per il provenzale o a del gesso per esempio, anche colori tenui o texture floreali, ma devono ricordare una casa di campagna vecchia, tenuta benissimo, vissuta, ma vecchia. Per uno shabby invece devono essere esaltati i segni del tempo, segni finti ovviamente, quindi pensate ad uno spugnato che simula una parete sporcata dal tempo o della carta da parati moderna che simula una old style.

Mattoni a vista per uno stile newyorkese, per un loft, o un bianco latte con inserti in legno, bambu o teck per un design ricercato, un design formale, oppure dei colori accesi, pastello e mattonelle bianche in contrasto per tuffarsi in uno stile americano anni ’50.

E queste sono idee per le pareti, pensate ai pavimenti, la cosa si complica, perché il pavimento può declinarsi facilmente se ci sono degli elementi più marcati di uno stile, ma facciamo un esempio. Un pavimento in cemento grezzo, magari spazzolato o misto resina, può essere usato in una cucina “minimal design”, “industrial“, in una cucina “moderna”, ma anche in una cucina “stile provenzale“, però tutte soluzioni che richiedono una ricerca estetica di un certo tipo, dove gli elementi di arredo e la loro combinazione sono la chiave di successo, quindi in effetti tutti stili di una certa cifra stilistica.

Se invece pensiamo ad un pavimento a scacchi saremo subito trasportati in America negli anni ’50/’60 o se optiamo per un pavimento in cotto, una cucina classica o in “arte povera”, anche “shabby” volendo, la mattonella colorata o con motivi particolari rientra nella “cucina moderna” o si riferisce ad uno stile particolare, ad esempio i motivi geometrici colorati per le “cucine messicane” o le magnifiche “maioliche siciliane”.

Pareti piastrellate o con pannelli in legno

ANTE ED ANTINE IN CUCINA, BASTA UN DETTAGLIO PER DEFINIRE UNA CUCINA ^

Potremmo fare un discorso a parte per ante ed antine, e lo faremo, perché non basta un paragrafo per sviluppare a fondo l’argomento. I materiali, la combinazione tra essi, la ricerca tecnologica è tale che le soluzioni sono tantissime ed andrebbero analizzate nel dettaglio.

Ma parliamo da un punto di vista prettamente estetico. Le ante in che materiale vengono realizzate?

  • laminato;
  • laminato nobilitato;
  • pvc o polimerico;
  • fenix;
  • impiallacciato;
  • laccato;
  • vetro;
  • gres;
  • cemento;
  • acciaio;
  • alluminio;
  • legno.

Va da sé che se optiamo per il legno, in base al tipo di legno potremo andare verso una cucina di design modernariato, informale oppure verso una cucina classica, rustica, come anche scegliendo il gres.

Alluminio, fenix, il laccato e anche il legno, come del resto tutti i materiali, potrebbero essere utilizzati per una cucina moderna, qualsiasi essa sia, minimal, di design, basta che sia un elemento che non aggiunge o esalta, deve solo avere una funzione, creare uniformità per esaltare altro.

Da un punto di vista estetico le associazioni tra il materiale delle ante e del contesto devono essere coerenti e non lasciate al caso. Delle ante in alluminio possono essere “industrial” se le pareti sono mattoni a vista, perché altrimenti con pareti colorate o altri elementi troppo accesi si cade nello stile “american diner” anni ’60.

I laminati si prestano alle cucine moderne, ma anche alcuni tipi di legno o di laccature, alcune commistioni esaltano ancora di più ad esempio tra alluminio o acciaio e legno, oppure tra vetro e laminato, basta modificare la texture e cambia l’estetica, “provenzale“,  “shabby“, “moderna”.

Cucina in legno anni '60 con isola al centro della stanza, pavimento a scacchi e sgabelli in acciaio con le sedute arancioni

I TOP: FUNZIONE ED ESTETICA ^

Eccoci arrivati alla regina delle caratteristiche di una cucina, i top! Non perché diano chissà quale connotazione marcata, semplicemente perché i top sono fantastici ed appariscenti, più son belli, più emergono, più sono caratteristici, più daranno un’impronta alla cucina.

Top in marmo, in gres, in metacrilato, cucine in muratura con top in cemento o piastrelle, top in laminato, mdf, resina, vetro! La fantasia ha la massima libertà, può concedersi di giocare e creare le combinazioni più improbabili, anche se giocare ai contrasti con i top non porta mai buoni risultati, anzi, ci vuole coerenza ed una volontà stilistica, altrimenti risulterebbe solo un’orrenda chimera.

Iniziamo con una cosa semplice, un top in marmo bianco, con poche venature, quasi assenti, cosa vi viene in mente? Cucina di lusso si ma con che stile? “Minimal“, “moderna elegante” o “industrial” e se il marmo avesse delle venature più marcate e fosse consumato dal tempo perché un top vecchio? Ovviamente lo “stile provenzale“! Marmo nuovo, ma con trame marcate, oppure legno con finte ammaccature siamo nello “shabby“.

I top in laminato, in legno o in pietra possono essere utilizzati in chiave “moderna”, di “design” o “classica”, basta utilizzarli nel modo corretto e per quanto riguarda il laminato scegliere la texture corretta è fondamentale, dato che si possono avere effetti di ogni tipo.

I top più di ogni altra cosa sono importanti in una cucina, ma ciò che è importante è l’armonia tra gli elementi. L’armonia è indispensabile, se non c’è congruenza tra top, rivestimenti, pareti e pavimento, ciò che si ottiene è soltanto la giustapposizione di mancanza di stile e di veduta.

Ecco perché l’insieme delle scelte è importante e non focalizzarsi solo su un elemento.

L’ESTETICA DELLA CUCINA NASCE DALL’ARMONIA ^

Alla fine è chiaro che per avere una cucina ben fatta e sviluppata è necessario avere un’idea di partenza su quale stile non si vuole intraprendere e su invece quale ci rappresenta ed è necessario che tutti gli elementi concorrano a questo, non possiamo escludere dall’equazione un elemento piuttosto che un altro.

Una “cucina provenzale” deve respirare l’aria rurale di una casa vissuta e ben tenuta, stancata dal sole e pregna di eleganze e ricercatezza, mentre una “cucina minimalista” dovrà avere una formalità ed un rigore che si riverbera in tutto, dagli accessori ai colori, passando per l’assenza di gingilli inutili sino ad arrivare ad un formalismo delle forme e dei materiali che sfocia nella “cucina di design”.

Nell’ultimo paragrafo si citano gli accessori, sì, perché sono l’ultima caratteristica che andremo ad analizzare.

GLI ACCESSORI E L’ARREDO PER LA CUCINA ^

Come ultimo argomento che analizzeremo porremo l’attenzione sull’arredo e gli accessori, perché in alcuni casi sono l’elemento che definisce lo stile e l’estetica di una cucina.

Una cucina in laminato bianco come rivestimenti delle ante, un top in legno o in marmo, pareti monocrome grigie e pavimenti in mattonelle bianche: cosa potrebbe connotarla? Ad esempio degli elettrodomestici bombati, cromati e colorati, degli accessori come un distributore di caramelle o un’insegna anni ’60, degli sgabelli cromati in metallo con seduta di finta pelle rossi per un’isola. Tutti questi accessori rendono una cucina in un limbo di stile in una “america old style“, l’incisione di boiserie sulle ante o piatti appesi a pareti pastello e madie intarsiate fanno una cucina in arte povera.

Un’isola composta da uno spesso asse di legno e sgabelli di recupero di una vecchia fabbrica, mattonelle piccole bianche rettangolari, vecchi vassoi e lampade da officina è perfetta in un loft stile industrial con cucina open space.

Come vedete è la sinfonia che si crea nell’amalgamare bene gli elementi, non è solo caricando un aspetto che si definisce uno spazio è necessario che concorrano tutti gli  elementi.

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