Flos nasce quando Dino Gavina e Cesare Cassina collaborano con Arturo Eisenkeil, importatore di un innovativo rivestimento polimerico prodotto negli Stati Uniti. L’azienda agli inizi era solo un piccolo laboratorio a Merano, dove si sperimentavano nuovi materiali e nuove ricerche stilistiche e funzionali.

Già in questi primissimi anni l’azienda si fa conoscere in Italia e successivamente nel resto del mondo. In gran parte grazie a grandi designer che l’hanno accompagnata sin dagli esordi fino ai musei internazionali di tutto il mondo, in particolare al MoMa di New York: i fratelli Pier Giacomo e Achille Castiglioni e Tobia Scarpa.

La Flos spicca nel settore dell’illuminazione d’arredo di qualità non solo per le novità stilistiche che in quegli anni scatenano molto successo, ma anche per l’introduzione di materiali che prima non erano nemmeno presi in considerazione nelle attività produttive. Come il cocoon che prima d’ora era utilizzato solamente come materiale per l’imballaggio. Flos è produttrice di arredi made in Italy. Avete letto proprio bene, infatti anche le lampade fanno parte dell’arredo.

FLOS ILLUMINAZIONE: LA STORIA DEL SUO DESIGN

L’ILLUMINAZIONE FLOS DAGLI ANNI 70 AGLI ANNI 80

Le lampade sono tra i complementi d’arredo più numerosi nelle nostre case. Flos è un’azienda che da sempre ha lavorato su elementi volti a illuminare gli ambienti portando l’italian design al di fuori dei confini italiani.

Gli anni settanta per Flos furono anni di grande fermento creativo e imprenditoriale. L’azienda è in grande crescita e apre la sua prima consociata in Germania. Nel 1974, acquisisce Arteluce (una storica azienda di apparecchi illuminanti italiana). Di conseguenza, diversi modelli disegnati da Gino Sarfatti (fondatore di Arteluce nel 1936) sono stati incorporati nella gamma di prodotti Flos.
Nel 1979 con la lampada da sospensione “Parentesi” di Achille Castiglioni e Pio Manzù la Flos riceve il suo primo Premio Compasso d’oro, un premio rilasciato dall’Associazione per il Disegno Industriale (ADI).

Gli anni ottanta vedono Flos impegnata in una grande sperimentazione e ricerca di forme, concezioni e soluzioni innovative per i propri prodotti e l’illuminazione in generale attraverso l’analisi e l’utilizzo di materiali innovativi e ad una grande cura e qualità della sua produzione.

Inizia una lunga collaborazione in esclusiva con Philippe Starck, che dà la luce ad una serie di successi internazionali definiti anche oggetti di culto (come per esempio: “Ara’” e “Miss Sissi”). Numerose collaborazioni avvengono anche con altri progettisti di fama mondiale che creeranno nel tempo un lungo e solido rapporto. Fra i tanti si possono ricordare Antonio Citterio, Jasper Morrison, Marc Newson e Konstantin Grcic.

GLI ANNI 90 DI FLOS

La Flos negli anni novanta decide di creare una propria spin-off denominata Light Contract, cioè una divisione specializzata nella produzione di prodotti professionali e impianti di illuminotecnica per ampi spazi commerciali. Nel 1994 arriva il secondo compasso d’oro per l’azienda grazie a “Drop2” di Marc Sadler, seguito da un terzo premio nel 1995 e nel 2001 l’ennesimo premio ADI grazie al prodotto “May Day” di Konstantin Grcic.

I DESIGNER E LE INVENZIONI TARGATE FLOS ILLUMINAZIONE

Tra i designer che hanno lavorato e lavorano per Flos: Achille e Pier Giacomo Castiglioni, Antonio Citterio, Tim Derhaag, Rodolfo Dordoni, Joris Laarman, Laurene Leon Boym, Konstantin Grcic, Knud Holscher, Piero Lissoni, Jasper Morrison, Marc Newson, Tobia Scarpa, Philippe Starck, Patricia Urquiola, Marcello Ziliani, Marcel Wanders, Sebastian Wrong.

Fra i prodotti che hanno reso Flos famosa in tutto il mondo (il MO.MA di New York ha dedicato un’intera area del museo unicamente all’azienda italiana) ricordiamo:

  • “Arco”, “Toio”, “Taccia” “Taraxacum S”, “Snoopy” e “Splügen Bräu” dei fratelli Pier Giacomo Castiglioni e Achille Castiglioni.
  • Lampada Taccia, dei fratelli Pier Giacomo Castiglioni e Achille Castiglioni.
  • “Lampadina”, “Taraxacum 88” e “Gibigiana” di Achille Castiglioni.
  • “Chiara” di Mario Bellini (1967).
  • “Biagio” e “Fantasma” di Tobia Scarpa (1968).
  • “Romeo Moon” e “lampada Arà”(1988) di Philippe Starck (1998).
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