I designer e fratelli Castiglioni non erano snob, non erano retorici. Erano alternativi, geniali e autoironici. Talmente bravi, talmente oltre, da trascendere il loro tempo e diventare eterni: capacità che possono vantare ben poche persone.

Il termine che utilizzavano sovente era “giusto“, parola in verità molto discussa. Giusto per chi? In favore a cosa? O semplicemente perché giusto? Probabilmente il termine giusto nell’architettura e nella ricerca del design ha una valenza arcaica e pratica. Fa riferimento a quei meccanismi dove tutti gli ingranaggi funzionano perfettamente e quindi sono giusti, il meccanismo è giusto perché funziona.

In fin dei conti un modo molto semplice ed illuminante di approcciarsi e definire il design è la ricerca. Inventare e produrre oggetti “giusti”, quindi nel modo migliore che possano essere realizzati, funzionali e belli, anzi magnifici.

FRATELLI CASTIGLIONI DESIGNER: CHE COSA INTENDONO CON “GIUSTO”?

Il concetto di giusto può sembrare arbitrario, ma non lo è. Fa riferimento sempre a qualcosa, anzi, nello specifico alla sua funzione. Quindi non è giusto per me, ma è giusto perché esplica in modo efficiente e migliore la funzione preposta.

Ecco perché tutte le creazioni dei fratelli CASTIGLIONI sono giuste, perché sono funzionali e sono prodotte nel miglior modo possibile. Smontando ogni loro invenzione si scoprirà che sono semplici: ogni dettaglio, anche la singola vite è studiata e posta nel punto e nel modo più giusto appunto.

Pensate alla celeberrima ARCO, oppure alla magnifica SCINTILLA, quando si osserva SELLA ci si rende conto che i CASTIGLIONI vedevano il mondo in modo inarrivabile.

Le correnti artistiche che si sono succedute nei secoli sono tante e ognuna di loro ha delle particolarità che ancora adesso le rendono uniche. Per capire la rivoluzione dei fratelli Castiglioni bisogna anche capire la storia di una certa Italia del dopoguerra, che loro rappresentarono al meglio: quella del miracolo industriale, con i suoi capitani d’azienda e i suoi poeti, due figure che spesso coincidevano (ad esempio personaggi come Adriano Olivetti o Enzo Ferrari). Ecco quindi fanno parte di quella corrente rivoluzionaria che ci ha permesso di arrivare ad oggi.

Vi erano anche designer come Marcello Nizzoli che produssero oggetti che, al pari delle lampade dei Castiglioni, ci meravigliano ancora oggi per il loro essere perfettamente giusti, esattamente come gli ingranaggi del motore di un’automobile il cui buon funzionamento si percepisce con l’occhio ma anche con il tatto e con l’orecchio.

Pensiamo alle magnifiche macchine da scrivere della Olivetti, quali la Lettera 22. Insuperate.
Ci sono tantissimi esempi di italian design che hanno fatto la nostra storia e che continuano a rimanere di grande esempio. Che si parli di edifici, che si parli di arredi made in Italy, che si parli di qualunque invenzione italiana siamo certi si continueranno a studiare, ammirare, imitare.

IL PENSIERO DEI DUE FRATELLI

Il minimalismo dei CASTIGLIONI si scontra con la loro filosofia ed in parte sembra snaturarla. Si poggia e si completa con un approccio quasi brutale al design, un atteggiamento pratico. Le loro invenzioni devono essere di utilizzo comune, quindi funzionali, pratiche, non fondate su astratta estetica fine a se stessa.

Un atteggiamento che prefigura il pop, cioè l’avanguardia che cambierà radicalmente il modo di vedere il rapporto con la banalità del quotidiano.

Tuttavia non scadranno mai nello snobismo di ricercare mode e ripescare vecchi stili, il loro sarà un design più produttivo e di ricerca, non legato alla moda del momento, ma “giusto” appunto.

Se parlare di gioco è eccessivo, vi è sempre una componente ludica e ironica che secolarizza gli oggetti sottraendoli alla retorica. Mai nella storia del design è avvenuto un processo di così radicale riscrittura della poesia dello spazio.

Hanno ridiscusso gli spazi e l’utilizzo, avvicinando l’estetica alla funzione, come le scanalature che ricordano una colonna, ma che aiutano a raffreddare la base della lampada TACCIA o il foro per poter infilare il bastone della scopa per spostare la ARCO essendo pesante.

Hanno messo in discussione il design, l’utilizzo dello stesso e dell’Italia intera e del suo ruolo nel mondo delle arti moderne.

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